Alex Caminiti

Sogni aperti del linguaggio

A cura di Massimo Scaringella
Sogni aperti del linguaggio
Serie di opere che esplorano l’etica del linguaggio e della natura, fondendo ideogrammi giapponesi e pittura per evocare introspezione, equilibrio e poesia nel rapporto tra colore e spiritualità
22 Set-27 Ott 2020
Vernissage
Martedì 22 Set 2020 17:00-21:00
Kou Gallery
Via della Barchetta, 13 - 00186 Roma
Opere in esposizione
8° Code Love, 2020, Smalto industriale su tela, 120x98cm
Blue Code, 2020, Smalto industriale su tela, 30x30cm
Blue Code, 2020, Smalto industriale su tela, 30x30cm
Bushido, 2020, Smalto industriale su tela, 60x85cm
Bushido 7 virtues, 2020, Smalto industriale su tela, 70x80cm
Chu [impegno e lealtà], 2020, Smalto industriale su tela, 110x82cm
Code Respect, 2020, Smalto industriale su tela, 120x98cm
Ma Koto - Rei  [onesta e sincerità - rispetto], 2020, Smalto industriale su tela, 90x70cm
Meiyo  [onore], 2020, Smalto industriale su tela, 85x95cm
Red Code, 2020, Smalto industriale su tela , 25x30cm
Red Code, 2020, Smalto industriale su tela, 25x30cm
Rei [rispetto], 2020, Smalto industriale su tela, 60x60cm
Rei [rispetto], 2020, Smalto industriale su tela, 70x70cm
Yu  [coraggio eroico],  2020, Smalto industriale su tela, 70x70cm
Yu Meiyo [Coraggio eroico-onore], 2020, Smalto industriale su tela, 100x110cm
Artisti
Alex Caminiti
Alex Caminiti
Curatori
Massimo Scaringella
Massimo Scaringella
Panoramica 360°

È bene considerare il mondo alla stregua di un sogno. Quando abbiamo un incubo, ci svegliamo e diciamo a noi stessi di aver solo sognato. Si dice che il mondo nel quale viviamo non sia affatto diverso. (Bushidō) 

Con il titolo di “sogni aperti del linguaggio” l’artista Alex Caminiti presenta una serie dei suoi ultimi lavori tutti eseguiti durante il particolare periodo che stiamo vivendo a causa della Pandemia. Da molti anni la ricerca artistica dell’artista rifiuta un modo classico di osservare il mondo che ci circonda ma ci propone un’immagine misteriosa e ambigua allo stesso tempo esprimendo chiaramente l’inquietudine dell’uomo moderno dinanzi ad una natura profondamente ostile. Le sue opere sembrano accompagnarci nel continuo fluire della vita e delle stagioni riflettendosi in immagini astratte e sfumate come vapori crepuscolari, un diffondersi di luci e colori gioiosi o solchi di colori più scuri ad evidenziare un lento ma inesorabile passare del tempo. Il mondo pittorico di Alex Caminiti è quindi un organismo di colori, i gialli abbaglianti diluiti con i grigi e i morbidi neri attraversati dai blu e ai rossi energici attraverso i quali le pennellate si dispongono come linee di scorrimento per chi guarda e lo spazio vibra di emozioni. Ma questa volta sulla base pittorica l’artista ha voluto inserire delle parole tratte dall’alfabeto di ideogrammi giapponesi del bushidō come a sottolineare l’importanza etica delle parole in un momento come questo. 

Generalmente in occidente il bushidō viene confuso con le arti marziali ma in realtà lo potremmo definire un “codice etico e morale”, una sorta di alfabeto che sottintende ogni aspetto della vita. Una maniera per conoscere se stessi come filosofia della vita perché il nostro universo, in fondo, non travalica i confini della nostra mente, ma sonda ogni aspetto dell’intima essenza, misura i limiti delle proprie capacità. Scandagliando le profondità del nostro intimo per lasciar emergere dagli abissi dell’inconscio tutta la nostra conoscenza e creatività. Le parole scelte da Caminiti come “Amore”, “Virtù”, “Onore”, “Cortesia”, “Coraggio” si liberano quindi dal significato verbale e utilizzano la strategia di utilizzare lettere isolate apparentemente come elementi grafici ma in realtà come espressione del concetto espresso nell’opera. Questo modo di procedere indaga le possibilità che il linguaggio possiede per scendere in profondità negli strati più segreti dello spettatore. 

Questi lavori rappresentano quindi una affascinante viaggio nell’etica della natura in cui i sogni del passato lasciano presagire il fascino dei sogni futuri e che il colore non annulla ma trasforma in poesia. 

Massimo Scaringella