Prorogata
Paul Valery
Prende il titolo da una canzone di Leonard Cohen “Closing time” l’ultimo ciclo di lavori di Hannu Palosuo presentati in questa occasione, nati nel periodo di lockdown a cui tutti noi siamo stati sottomessi in questi ultimi mesi. L’artista, sotto l’influenza delle parole poetiche e ritmate di Cohen che rimandano ai ricordi della vita, ha ripreso uno dei motivi fondamentali della sua produzione creativa: indagare nei meandri della sua memoria e del trascorrere del tempo. Perché la realtà, come la storia, è sempre attraversata da brividi che vengono dal passato, e solo a loro fa riferimento la memoria dell'artista quando si confronta con l'arte.
Il carattere onirico della pittura di Palosuo è rappresentato in mostra dagli oli su stoffa da parati che rimandano alla casa di origine della famiglia e dalle nature morte su tela da sacco di caffè brasiliano, che richiamano ricordi di viaggi esotici lontani nel tempo. Una vertiginosa rivisitazione del pensiero, che immagina altre visioni spazio-temporali ancorate ai flashback, sbiaditi come nelle vecchie foto di famiglia. Struggenti tentativi di fermare il tempo, di afferrarlo nel suo fluire e di renderlo frammento visivo. Enigmi, rimandi e allusioni, melodie della memoria interiore come nelle poesie di Cohen.
In ogni quadro di Hannu Palosuo — siano figure umane, sedie, vasi di fiori, nature morte — è sempre riconoscibile l’importanza del colore, molto evidente in questo ultimo ciclo, come strumento di delimitazione delle forme e del suo contenuto scenico. Il soggetto deve descrivere lo spazio ingombrandolo. I gialli solari, i rossi infuocati, i verdi naturali, i blu cobalto che sembrano dipinti dal vento che li trascina sulla tela, i grigi che compongono la prospettiva e rimandano alle tracce del passato, sono elementi della natura umana che ci trasciniamo dentro di noi. Opere pensate dal di dentro e che generano un rapporto tra l’arte e la vita entrando in relazione con il tessuto sociale a cui apparteniamo. Uno spazio dove è posta in grande risalto la vera ruota della nostra esistenza, l’alternanza della vita e la morte, la rigenerazione dei cicli umani che si ripetono nel corso dei secoli e che formano la nostra storia e la nostra attualità. L'avventura creativa di Hannu Palosuo evidenzia quindi come tra il solido e l'impalpabile non ci siano limiti. La superficie appare così invariabile e senza tempo, fiorisce e si lascia indietro nella sua radicale mutazione. “Il giorno dopo ho provato ad andare oltre. Ho cercato di esprimere l'immagine più vera e più accurata e l'ho persa ” dice l’artista. La sua sostanza è dunque puro mistero. L’arte è un miracolo della vita che impone all’artista un lavoro permanente, e l’artista con le sue opere ha svolto una parte del compito, quello della perenne ricerca del “SÉ”.
Massimo Scaringella