Gregory de la Haba

Light Tensions

Light Tensions
Una serie che esplora luce, colore e materia come strumenti di riflessione interiore, fondendo digitale, street art e poesia visiva in un linguaggio che celebra la libertà creativa come ponte tra speranza e arte
09 Nov-09 Dic 2023
Vernissage
Giovedì 09 Nov 2023 18:30-21:30
Kou Gallery
Via della Barchetta, 13 - 00186 Roma
Opere in esposizione
Art Duende's Gate, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Don't let anything stop you, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Dystopik or Diss-Topik , 2023, Tecnica mista su tela , 134x112cm
Fear No Robots, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Ghosting, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Kafka is a Duende Thrill, 2023, Tecnica mista su tela, 117x112 cm
Keep an eye out , 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Ringing 4 Luck, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Take the Four, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
The Doors are Closing, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Yesterday's News, 2023, Tecnica mista su tela, 134x112cm
Artisti
Gregory de la Haba
Gregory de la Haba
Panoramica 360°

“… La creazione vive come genesi sotto la superficie visibile dell’opera.”

Paul Klee

Nella sua prima personale romana l’artista Gregory de la Haba uno dei più interessanti della scena newyorkese, in questa serie di lavori definiti “Light Tensions (Tensioni di luce)”, appositamente composti per questa occasione, istituisce un rapporto con la vita, evolvendo il modo di vedere oltre l’espressione estetica in una condizione di privilegio fantastico.. E pensiamo alle parole di Leonardo da Vinci: la pittura è una cosa mentale”; e ci diciamo: eccone una di attualità avanzata. Che cos’è la pittura senza il colore e cos’è il colore senza la luce? La luce del giorno, le luci elettriche della notte, dei neon. Questo portatore di sguardo esterno si preoccupa di includere queste tensioni visive come protagoniste del processo del processo creativo. Grazie alle tecnologie del digitale e del virtuale, riconfigura il quadro come una zona di verità e di luce. I suoi elementi non galleggiano sulla tela, si incorporano nella tessitura e nella materia in una dinamica interattiva. Quando si incorporano i segni dei muri di NY queste tele sembrano dire “back to the future”. Quando si collegano al fumetto e alla street art, si comprende che per l’artista non esiste arte minore ma solo una visione superiore. Nei suoi lavori l’artista esprime il senso di una essenzialità visiva, solo apparentemente confusa, ma strutturalmente legata alla visione ironica e colorata della vita. Esprimendo con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale, guidata da una manuale irruenza, identità piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una solida realtà. La struttura di ogni opera è composta quindi come l’espressione di un pensiero non verbale, trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realtà. Dove si raccoglie un esercizio stilistico capace di trasformare un desiderio, nell’ironia della creatività, in una dilatazione del tempo e dello spazio. Macchie, segni veloci, prepotenze cromatiche, disputano la definizione dello spazio, contendendo alla natura e alla poesia la inquieta ricerca delle soluzioni formali dell’opera. “L’arte è sempre organizzata attorno al vuoto della cosa impossibile e reale (Lacan).

Ma ancora una volta non guarda fuori, ma dentro. Dentro alle sue origini, dentro al suo essere, scegliendo il gesto ideale, la forma ideale, tra proporzioni da contraddire, colori da esibire, parole da suggerire e segni onirici da sublimare. Nel fare arte Gregory de la Haba non elargisce nessuna concessione allo stile, alle esigenze dello spettatore, ma il tenace e paziente rincorrersi del segno alla ricerca della tela esprime qualcosa che c’è, che esiste. Scaturisce in questo modo una dimensione poetica in cui lo spazio, movimento, ritmo, luce e vibrazione sono elementi riferibili a oggettivi spazi emotivi di una visione onirica, in cui, ancora una volta, il segno non è mai affidato al puro istinto ma a una esigenza creativa e strutturata.                           

In questa fase del suo lavoro Gregory de la Haba vuole far credere che l’idea stimolante e allo stesso tempo provocatoria di fare arte è entrare nell’anarchia dell’assenza della struttura. Ma al contrario questi lavori, pieni di luce e di colore, rinviano a una visione concreta del mondo dell’oggi, in cui l’artista ha ben presente le assimilazioni che gli derivano dai diversi incroci culturali incontrati durante il suo percorso formativo e creativo. A voler significare che comunque l’arte, anche oggi, rimane sempre l’unico segmento esistenziale tra la speranza umana e la poesia.

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