Silvia Iorio | Astreia: Il Cielo Oltre

Galassie, iridescenze siderali, codici matematici. Il cosmo tradotto, declinato, trasfigurato in opere d’arte negli spazi di una galleria: è la mostra di Silvia Iorio Astreia: Il Cielo Oltre, dal 17 marzo al 29 aprile alla Kou Gallery di via della Barchetta.

Si tratta di sedici opere realizzate dall’artista romana in periodi e con tecniche diverse. E che raccontano un approccio allo stesso tempo appassionato e concettuale alla volta stellata. “C’è un equilibrio estremo nel cielo notturno che sbilancia e rapisce lo sguardo degli esseri umani. Allo stesso tempo richiede precisione, calcolo. Per non sperdersi.

L’approccio alle stelle per un’artista come Silvia Iorio equivale a tracciare una geografia interiore, un linguaggio indagatore” si legge nella presentazione. “Il macrocosmo che scruta il microcosmo come in un’astronomia inversa che sarebbe piaciuta ai nostri filosofi rinascimentali. Le sue grandi tele e carte cosmografiche richiamano alla mente i secenteschi atlanti stellari di Andreas Cellarius, il massimo cartografo olandese della volta celeste.

Allo stesso tempo, i codici applicati ai suoi astri creano collegamenti con i più leggeri dei segni di Cy Twombly, un artista che Iorio ama molto, e alle linee “danzanti” di Brice Marden. Entrambi allievi di Franz Klein, il più segnico e intellettuale tra i protagonisti della stagione dell’espressionismo astratto americano”. Astro ha la stessa radice di astratto, ricorda l’artista, che, dopo dieci anni passati in Germania, vive e lavora in Umbria. 

Astreia, in greco antico significa “notte stellata” o anche “figlia delle stelle”. Era anche il nome della divinità della purezza e della precisione. Poesia e matematica. I sedici lavori dell’antologica (di cui tre componenti d’arredo, un dittico di sedute dipinte e un tavolino illuminato che contiene un acquerello, formano un’installazione ambientale) ripercorrono l’itinerario artistico di Iorio, da uno dei primi monocromi su tela, Quadrato Blu (acrilico e acrilico iridescente su tela) ai “rumori colorati”, acquerelli nella cui tavolozza si mescolano scaglie metalliche e polvere d’oro.

Dagli Alphaverse (vernice metallica su carta fatta a mano), “carte cotte” che hanno i riflessi morbidi di un antico tessuto orientale fino alle cosmografie e alla galassia-codice (Genesis Code, acrilico su tela), opere in grande formato realizzate appositamente per questa mostra. Come in una delle teorie sull’universo, il mondo di Silvia Iorio si muove per “inflazione” dal monocromo denso alla moltitudine di simboli e segni.

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