Kou Gallery presenta “Giganti”, mostra personale di Giulia Di Pasquale, in occasione della quale si è voluta incentrare l’attenzione sulla serie “Corpo a corpo”, una ricerca in continua evoluzione, frutto di un lavoro di stratificazione e sedimentazione della materia, che l'artista intraprende fin dai suoi primi anni accademici.
La galleria è stata trasformata in una incantevole grotta, in cui campeggiano su tele di grande formato alcune creature, i “Giganti”, di cui piace immaginare la più poetica delle origini, quella fornita dal controverso personaggio biblico Enoch, che li descrisse come i sette figli di quegli angeli ribelli che sconvolsero l’armonia e la monotonia dell’umanità con l’introduzione della tecnica.
Le opere di Di Pasquale sono vere e proprie creature, dalle dimensioni massicce e imponenti, che prendono vita senza alcuna previsione. Ogni creazione si sviluppa in modo impulsivo e spontaneo, una reazione immediata che si riflette nelle loro dimensioni non ordinarie. Queste opere, libere da qualsiasi costrizione, sembrano muoversi come se fossero entità autonome che rifiutano ogni tentativo di essere incasellate e al contempo esprimono un’interiorità potente. Ogni tela, pur essendo il contenitore fisico delle opere, non è altro che un supporto per un'espressione che si sviluppa secondo un proprio corso, come se ogni Gigante avesse una consapevolezza intrinseca dello spazio irregolare di cui ha bisogno per esistere pienamente.
La serie abbraccia un’ampia porzione temporale, è stata chiamata dall’artista “Corpo a corpo”, poichè l’ha interpretata come una intensa lotta tra il suo corpo e quei corpi che, a distanza di mesi o anni l’uno dall’altro, hanno preso forma sotto i suoi occhi. Talvolta sono stati ritoccati a seconda del cambiamento stilistico, ma solo quando sia l’artista che il gigante si costringono alla resa si sancisce la conclusione del lavoro. Il lungo arco di tempo e la costante attenzione nei confronti del progresso stilistico ci permette di osservare in questa mostra l’evoluzione della tecnica e del soggetto.
Il primo Gigante è l’unico realizzato interamente in acrilico, rappresenta una figura dormiente che assume le sembianze di una montagna, quasi a ricordare il celebre passo della Gigantomachia, la narrazione della battaglia combattuta contro gli dei dai giganti, i quali per raggiungere la vetta dell’Olimpo sollevarono, grazie alla loro forza sovrumana, e sovrapposero i monti uno sopra l’altro.
La scena cromatica è dominata dal color magenta, quel colore affine al rosa che dalla società è associato alla figura femminile e, di riflesso, ad un concetto di debolezza, ma che l’artista ha voluto sovvertire, riconosce in esso un’energia vitalizzante e potente.
Il secondo Gigante si è evoluto, rappresenta una figura desta, eretta e assorta nei suoi pensieri.
Il soggetto si mostra più figurativo e definito, è realizzato in olio e in acrilico e questa volta il colore predominante è quello dell’argilla, come se il gigante fosse stato definitivamente plasmato.
Nei Giganti successivi è ammaliante vedere come la loro postura abbia cessato di essere statica, il terzo azzarda qualche timido passo e il quarto invece affretta il passo in una corsa, forse una fuga, dalla realtà di cui ha preso coscienza.
L’ultima opera è stata ultimata proprio in occasione della mostra presso la Kou Gallery e, inaspettatamente, ci riporta al punto di partenza: il sonno. Si rilega infatti al tema del dormiente traendo ispirazione dalla figura di Santa Cecilia del Maderno.
In mostra vi sono poi due tele, esposte per la prima volta non panneggiate e dunque visibili in tutta la loro estensione. Sono il risultato di un lungo lavoro di ripiegamenti e deformazioni della materia che porta ad una figura nata dal ripiegarsi su sé stessa, capace di emergere con delicatezza, come dimostra la resa opaca del pigmento, volutamente sbiadito per conferire un'aura di nostalgia.
Le sculture infine, chiamate “Teste”, rappresentano ciò che resta della passata grandiosità dei Giganti.
Elena Piccioni