Acqua azzurra acqua chiara

Elvio Chiricozzi

Acqua azzurra acqua chiara

30 Set 2012 - 27 Ott 2012

Vernissage
Domenica 30 Set 2012 | 17:00-23:00


Scheda artista
Elvio Chiricozzi

Che cosa significa resistere? Quale valenza assume questa parola per il singolo individuo che, proiettato fuori della sua casa, deve sostenere le difficoltà della società contemporanea? E come può farlo?

Per affrontare una riflessione sul concetto di resistenza oggi, appare necessario partire dalla dimensione dell’io, dalla tensione interna da cui inevitabilmente si origina l’approccio al mondo.

Per questo la rassegna Ventinovegiorni (di resistenza) si apre con un’opera intimista, Acqua azzurra acqua chiara di Elvio Chiricozzi.

Il lavoro presenta l’immagine di un ragazzino sdraiato su una panca, faccia in su, con un dito puntato verso l’alto, ad indicare fuori dal limite della tela. La scelta di quest’opera si presenta come la volontà esplicita di guardare avanti, consapevoli della gracilità del soggetto attore, privo di quell’esperienza che rende più forte e sicuro il cammino. Il protagonista di Elvio Chiricozzi, infatti, è in una età di mezzo, non più bambino, non ancora ragazzo. E i preadolescenti, per loro stessa natura, vivono in bilico tra la consuetudine di cui hanno bisogno e l’aspirazione all’avventura. Il bambino dell’artista assume una valenza metaforica e, in questo senso, ricorda i ragazzini di Truffaut: esseri carichi di vitalità ma con una caratteristica nota di rabbia, con la voglia di rompere le regole imposte affermando la propria personalità, ma troppo giovani per affrontare gli eventi della vita con sicurezza. la loro condizione è quasi di sospensione tra reale e metafora della realtà.

Allo stesso modo l’opera di Chiricozzi, pur rimandando un senso di pacificazione nella sua formalizzazione estetica, raccoglie in sé quest’intreccio di emozioni, esprimendo la sua valenza forte rispetto all’oggi (l’opera è del 2003). Il lavoro denuncia da subito un’aspirazione ad altro, una visione prospettica che trova fondamento nella sua aderenza alla terra (la panca) e dunque all’oggi, sebbene si sviluppi verso l’oltre, il domani, così segnando l’espressione della costante tensione della resistenza attiva.

Ma da un’attenta osservazione emerge la sospensione della panca dal suolo, elemento che se da una parte rimanda alla totale libertà di pensiero e all’assolutezza delle possibilità, tipica della giovane età, dall’altra lascia emergere la fragilità delle sue radici.

E nel complesso panorama sociale degli anni 2000, ugualmente pare muoversi l’uomo, stretto tra l’esigenza di opporsi e l’incertezza sul come fare (particolarmente nel nostro Paese), attaccato alle certezze che lo hanno sostenuto nella vita ma privato delle stesse, senza l’appoggio alla ringhiera delle ideologie che hanno guidato le resistenze del ‘900 e con un diverso cammino - anche di pensiero - da costruire. Un nuovo fanciullo con il dito oltre la tela.

Evento 46 aggiornato il 17 Novembre 2020 - 18:15