Fabio Lo Re nasce a Messina nel 1973.
Nel 1996 si diploma in Illustrazione Editoriale presso l’Istituto Europeo di Design di Roma, dove consegue inoltre il diploma in Fotografia.
Dopo aver lavorato per alcuni anni come fotografo, dal 2000 si occupa esclusivamente della promozione dell’arte contemporanea e della personale ricerca artistica. L’artista ha realizzato diverse collettive e alcune mostre personali.
Attualmente vive e lavora tra Roma e Messina.
Le foto di Fabio Lo Re non sono frutto di un raggio luminoso che attraversa la trasparenza dell’atmosfera. Sono invece il risultato di una lenta e accurata tecnica che, attraverso aperture di luce dosata e somministrata con precisa funzionalità, cerca di offrire allo sguardo del suo interlocutore la possibilità di un’altra, più difficile, limpidità. Ogni porzione, anche molto piccola, anche appena svelata, di un oggetto che egli attraverso le sue opere offre alla altrui vista, assume una caratteristica precisa e cioè essere il punto in cui si condensa visivamente -e quindi si realizza- l’equilibrio tra un binomio che sembra indispensabile alla lettura del mondo e dentro cui, tuttavia, si raccoglie moltissima opacità: quello tra ironia e malinconia. È proprio quella opacità che indaga il suo lavoro, perché è proprio in quell’apparente filtro che invece abita la visività di quell’equilibrio. Illuminando uno e uno solo dei molti punti che negli oggetti da lui scelti potrebbero chiedere luce, Lo Re invita lo sguardo a mettere in funzione la memoria personale che nel riconoscere l’esatta dimensione di un oggetto, come di un ricordo o di un’emozione, mai mette in funzione solo l’ironia o solo la malinconia e se per Jean Starobinski l’indispensabile entrata in scena comune di queste due doti umane genera addirittura la filosofia, per Fabio Lo Re disegna “semplicemente” la linea, fisica e temporale, che impedisce l’evanescenza della condizione umana, anche quando gli occhi fissano ciò che alla immediata percezione umano non sembra. (Michela Becchis)